Appuntamenti

Carnevali storici della Valle d'Aosta

Carnevali tradizionali e visite guidate

Dall'Epifania alla Quaresima in Valle d'Aosta il bianco dell'inverno si accende di mille colori, suoni, musica, canti e balli: è carnevale! Caratterizzato da colori e schiamazzi, è la festa dell'allegria per eccellenza, dove la storia si fonde con la leggenda e da vita a sfilate variopinte con carri allegorici,
personaggi storici, riti magico-propiziatori e naturalmente buon cibo e ottimo vino!
L'occasione è quindi quella di visitare la nostra regione  vivendo un'esperienza unica dal punto di vista della tradizione e della tipicità, insieme a guide turistiche tutte rigorosamente valdostane che sapranno svelarvi gli aspetti culturali, entografici ed enogastronomici più suggestivi ed autentici.

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Carnevali tradizionali in Valle d'Aosta

Per molti paesi valdostani il carnevale rappresenta un momento di grande coesione sociale, che coinvolge praticamente tutta la popolazione.

I carnevali più spettacolari sono indubbiamente quelli della Coumba Freide, la Valle del Gran San Bermardo.

Il carnevale della Coumba Freide è un carnevale decisamente particolare, carico di mistero, storia e tanta stravaganza certamente da scoprire.

Simbolo del carnevale sono le Landzette con i loro spettacolari costumi multicolore, curati nei minimi particolari, confezionati interamente a mano, rifiniti con perline e paillettes, adorni di coccarde e nastri, fiori e specchi ed il volto coperto da una maschera originariamente in legno. Non possono mancare l'orso che rappresenta l'avvicinarsi della primavera, le code dei muli a rappresentare i venti che servono per allontanare le correnti d'aria nefaste, gli specchi sui costumi per scacciare gli spiriti maligni, il colore rosso a simboleggiare la forza e il vigore per esorcizzare malefici e disgrazie.

A Verres la storia della castellana “amica del popolo” è rivissuta ogni anno.
Nel 1450, Caterina di Challant e il consorte, scortati da alcuni uomini armati, scendono a Verrès. Dopo aver pranzato dal Reverendo Pietro de Chissé, prevosto della collegiata di Saint Gilles, si recano nella pubblica piazza sottostante la chiesa. Al suono del piffero e del tamburo, tutti si mettono a ballare e Caterina, lasciato il consorte, danza con la gioventù del paese. L'entusiasmo è al massimo, un solo grido echeggia: "Vive Introd et Madame de Challant".
Il programma è ricco, ogni anno vengono proposte sfilate in costume seguite da un suggestivo veglione nei saloni del castello che domina il paese.

La parte storica del carnevale di Pont-Saint-Martin rievoca la sconfitta dei Salassi ad opera dei Romani, e concede ai vinti di ieri la possibilità di una rivincita in una "gara delle bighe" che contrappone di nuovo autoctoni ed invasori.Un'altra parte del carnevale si ispira alla leggenda della "Ninfa" del Lys, il torrente che attraversa l'abitato.
All'unica arcata del ponte del paese si appende poi, alla sera del martedì grasso, l'effigie del diavolo (al quale un'altra leggenda ne attribuisce la costruzione, in relazione con il passaggio in paese di San Martino di Tours), che viene bruciata con un effetto spettacolare.

A Courmayeur, il cui carnevale celebra il ritorno della natura alla fecondità, interessante è la badoche, tradizionale danza popolare che affonda le sue radici in riti antichi; importante è anche la sfilata di carri allegorici.

In uno slalom multicolore, chiassoso e divertente, maschere sbarazzine e costumi tradizionali si rincorrono lungo le piste della stazione di Pila: è il “Carnevale bianco”, ispirato al candore dei manti nevosi.

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